Vito Luciano Grasso, 19 anni, è scomparso da Giarre (Catania) il 04.03.1991
Vito Luciano Grasso, 19 anni (alla data della scomparsa), studente, residente a Giarre (Catania)
Descrizione:
- 1.65 m di altezza
- occhi neri
- capelli neri
Dettagli:
Vito Luciano Grasso è nella terra degli scomparsi da ventuno anni. Quando è scomparso da Giarre (Catania), aveva 19 anni.
Vito frequenta il quarto anno dell’Ipsia, è appassionato di elettrotecnica e, a detta dei suoi familiari, è un ragazzo molto educato e senza grilli per la testa; non ha problemi che potrebbero indurlo a voler sparire e negli ultimi mesi non si è verificato nessun cambiamento in lui, niente che abbia mai fatto pensare dunque alla volontà di rompere con la sua vita.
Quel 4 marzo 1991 Vito a pranzo con la famiglia è insolitamente taciturno. Dopo aver riposato per circa un’ora in camera sua, esce da casa intorno alle 16 per fare diecimila lire di benzina alla sua Fiat 850 ma a casa non è mai tornato.
Quando inizia a farsi buio, i genitori, allarmati dall'insolito ritardo del ragazzo, non sanno che fare e cenano in silenzio. Giunta la mezzanotte, il signor Carmelo Grasso esce da casa con il figlio Salvatore per cercare Vito per le strade di Giarre. Questo primo giro si conclude intorno all'una senza alcun risultato. Il signor Carmelo pensa allora che Vito potrebbe trovarsi a casa di un compagno di scuola, nella località balneare di Fondachello, a 6 km da Giarre. E’ proprio sulla strada per Fondachello che tra le 4 e le 5 del mattino viene ritrovata la Fiat 850 di Vito, regolarmente parcheggiata sul lungomare e chiusa a chiave. Sulla spiaggia il signor Carmelo trova lo zaino del figlio con i vestiti ben piegati, le scarpe con dentro i calzini, i documenti e le chiavi della macchina.
Quella notte il mare è molto mosso e i sommozzatori, immediatamente allertati, hanno difficoltà a buttarsi in mare ma ci riescono ugualmente calandosi dal porto. Le ricerche in mare proseguono per tre giorni, ma di Vito in mare non c'è nessuna traccia. I sommozzatori sostengono comunque che sia impossibile che il ragazzo abbia potuto compiere un gesto estremo, perché, viste le condizioni del mare, un corpo sarebbe stato comunque scaraventato sulla spiaggia dalla furia delle onde.
Le ricerche di Vito si spostano allora sulla terraferma e si interrompono quando, all'improvviso, la testimonianza di un ferroviere di Giarre fa pensare che quella di Vito non sia una scomparsa ma un allontanamento volontario. Il ferroviere, vedendo una foto di Vito, riconosce il giovane in un ragazzo che la mattina successiva alla scomparsa di Vito, aveva visto vagare smarrito per la stazione, vestito con abiti troppo leggeri per le temperature di quel periodo. Viene appurato che quella notte presso la stazione di Giarre era stato acquistato un biglietto di sola andata per Milazzo (Messina). A Milazzo vive la fidanzatina di Vito, tale Daniela, conosciuta durante una vacanza a Vulcano. Vito era già andato a trovarla altre volte. La ragazza però da quel giorno negherà sempre di averlo visto in quel periodo e non collaborerà mai con la famiglia Grasso nelle ricerche.
Dal giorno della scomparsa di Vito le segnalazioni sono state tante. Quella ritenuta più attendibile dalla famiglia Grasso è giunta in diretta televisiva a "Chi l’ha visto?" il 22 marzo 1991. Un autotrasportatore sosteneva di aver visto Vito presso una stazione di servizio bolognese in compagnia di alcuni camionisti diretti a Milano, tra cui un certo Peppone, che, però, non è mai stato rintracciato.
Secondo un’altra segnalazione, un ragazzo, tra l’8 e il 12 luglio 1991, avrebbe detto alla bigliettaia della stazione di Lamezia Terme di chiamarsi Vito Grasso e avrebbe acquistato con l’aiuto economico di due ferrovieri un biglietto per Catania, ricevendo da parte di questi la raccomandazione di chiamare i genitori. Se quel ragazzo però fosse stato davvero Vito è inspiegabile il fatto che non sia tornato a casa. In quei giorni migliaia di volantini con la foto di Vito erano sparsi su tutto il territorio nazionale: magari quel ragazzo non era Vito, ma qualcuno che si era approfittato della storia di Vito e della buona fede dei ferrovieri.
Tanti sono stati gli sciacalli che in questi ventuno anni, approfittandosi del dolore della famiglia Grasso, hanno provato a spillare loro dei soldi inventandosi la presenza di Vito in svariati luoghi e arrivando addirittura ad imitare l’accento siciliano dopo aver guardato un film.
Sulla scomparsa di Vito aleggia sin dai primi giorni dopo la scomparsa la nube dell’omertà: i compagni di scuola e gli amici del ragazzo sono spariti, quei pochi che hanno collaborato hanno comunque affermato increduli che Vito non avrebbe avuto nessun motivo di sparire.
Sono poche le persone che hanno affiancato la famiglia Grasso nella loro lotta per scoprire la verità. Tra queste c’è Don Vincenzo Sanzone, un parroco di Castellammare di Stabbia (Napoli), che un giorno, rovistando fra le sue carte, trova il volantino che diciannove anni prima gli era stato inviato dal signor Carmelo Grasso. Dopo aver saputo che il ragazzo non è mai tornato a casa si mette al fianco della famiglia Grasso e scrive a giornali e tv.
Il signor Carmelo Grasso, la moglie Isidora, i figli Salvatore e Maria non si sono mai arresi, nemmeno quando qualcuno ha detto loro che dopo 20 anni è inutile cercare uno scomparso, perché nessuno se lo ricorda più.
Contatti:
La famiglia Grasso è costantemente alla ricerca di Vito o di qualcuno che abbia sue notizie. Uno strumento utilizzato per cercare Vito è il web. La sorella Maria ha fondato infatti su Facebook la pagina "Per Vito Grasso affinché possa sapere che lo cerchiamo ancora", dove sono stati raccolti articoli di giornale e video di servizi sulla scomparsa di Vito andati in onda sulle reti nazionali. La pagina, oltre ad essere stata realizzata per tenere sempre viva la memoria sulla scomparsa di Vito, è stata creata per far sapere a Vito, ovunque egli si trovi, che i suoi familiari non smetteranno mai di cercarlo